NESSUNA PIAZZA È MUTA
per quartetto di saxofoni / for saxophone quartet (2019)

dedicato a / dedicated to: all'MP Saxophone Quartet e all'Associazione Culturale "Piazza del Mondo" - Italy
EDIZIONI SUVINI ZERBONI - MILANO
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pages 1, 2
audio integrale

"Nessuna piazza è muta, nessuna casa è sola, nessuna strada è vuota, nessun cammino è breve"
(proverbio della Bassa Gralesia, XII secolo).

Una piazza immaginaria, sospesa.
Luoghi e proverbi forse inesistenti, forse solo persi nella memoria.
Quattro personaggi dai documenti confusi e dal passato forse nobile e colto o forse segnato dalla gioiosa fatica del dolore.
Dialoghi fatti di silenzi alternati.
Sillabe che esplodono all'improvviso comprimendo in istanti avventure mai vissute.
Comprensione che nasce muovendosi su una rete impalpabile di simmetrie e di proporzioni.
In cammino.
Passi falsi in agguato, vicoli ciechi, illusioni, cadute.
Dalle pieghe del racconto si costruisce il passato, si ricorda il futuro.
All'improvviso la strada si allarga.
Case, finestre, occhi.
Una piazza immaginaria, sospesa.

Auf einer Burg, enigmatico Lied schumanniano appartenente alla raccolta Liederkreis, è spunto affettivo di inizio e matrice dell'intero percorso. Costantemente esclusa qualsiasi aperta citazione o allusione stilistica, sono in particolare le prime quattro battute della linea vocale a determinare regole e materiali di partenza, secondo il consueto gioco di simmetrie e relazioni che caratterizza il mio modo di organizzare il percorso compositivo. In un clima cangiante ma spesso tendente a gestualità decisamente aggressive resta caratteristica pressoché conìstante il raggrupparsi dei quattro sax in una sorta di iperstrumento, che solo occasionalmente concede a singole individualità di emergere.

"No square is silent, no house is alone, no street is empty, no path is short" (proverb of Bassa Gralesia, 12th century).
Auf einer Burg, an enigmatic Lied by Schumann belonging to the collection Liederkreis, is the affective starting point and the matrix of the entire course of the piece. Strictly excluding any open citation or stylistic allusion, it is in particular the first four bars of the vocal line that determine the basic rules and materials, in accordance with the usual play of symmetries and relations that characterize my way of organizing the compositional path. Within a climate that is changing but often tending towards a decidedly aggressive gesturality, an almost constant feature is the grouping together of the four saxophones into a sort of hyper instrument, which only occasionally permits single individualities to emerge.


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