R'LYEH
per chitarra elettrica / for electric guitar (2013)
dedicato a / dedicated to: Sergio Sorrentino
EDIZIONI SUVINI ZERBONI - MILANO
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r'lyeh Nell’immaginario narrativo di H. P. Lovecraft la città di R’lyeh occupa una posizione centrale: “La città-cadavere, da incubo, costruita incalcolabili eoni prima della storia conosciuta, da enormi, ripugnanti forme che gocciolarono dalle stelle oscure. Ivi si stabilirono il grande Cthulhu e le sue orde, nascosti in verdi, limacciosi sotterranei”; mostra "ampi angoli e superfici di pietra, troppo grandi per appartenere a qualcosa proprio di questo pianeta, ed empie quanto orrende immagini e disturbanti geroglifici"; la geometria di R’lyeh è "anormale, non euclidea e repulsiva, sa di sfere e dimensioni diverse dalle nostre”. In questa città “il morto Cthulhu attende sognando” di ritornare padrone della terra.
Questa l’ambientazione espressiva ed evocativa (certo non rilassante...) del mio primo lavoro per chitarra elettrica, dovuto ad una richiesta dell’ottimo Sergio Sorrentino, e tutto ciò mi pare ben più utile per l’ascolto – almeno in questo caso – rispetto ad asettiche informazioni strutturali e compositive (si potrebbe dire molto anche su questo fronte, ma confido nella fiducia di chi legge).
Un solo aspetto va comunque ricordato, per inquadrare al meglio la sezione conclusiva del pezzo, sprofondata in zone gravissime: nel 1997, non lontano dalla zona in cui Lovecraft ipotizza l’esistenza di R’lyeh venne rilevato dalle apparecchiature un suono sottomarino di frequenza ultrabassa; simile al profilo audio di un animale, sarebbe dovuto appartenere, se vero, ad una creatura infinitamente più grande rispetto alla balenottera azzurra...

“The nightmare corpse-city of R'lyeh...was built in measureless eons behind history by the vast, loathsome shapes that seeped down from the dark stars. There lay great Cthulhu and his hordes, hidden in green slimy vaults.”; it displays “vast angles and stone surfaces, too great to belong to anything right or proper for this earth, and impious with horrible images and hieroglyphs”; the geometry of R’lyeh is “abnormal, non-Euclidean, and loathsomely redolent of spheres and dimensions apart from ours”. In this city “dead Cthulhu waits dreaming” of returning master of the land.
This is the expressive and evocative (certainly not relaxing...) background to my first work for electric guitar, following a request from the excellent Sergio Sorrentino, and all this seems much more useful for the listener – at least in this case – than any aseptic information about the structure and composition (much could also be said on this matter, but I place my trust in the reader).
Just one point needs underlining, to give a better understanding of the final section of the piece, sunk as it is in the lowest of zones: in 1997, not far from the area in which Lovecraft hypothesized the existence of R’lyeh, an underwater sound of ultra low frequency was captured by the equipment, similar to the audio profile of an animal, apparently belonging, if true, to a creature infinitely larger than a blue whale...




Polla

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