WATCHER
per sei strumenti / for six instruments (2012/13)

dedicato a / dedicated to: "Sentieri selvaggi" - Italy

EDIZIONI SUVINI ZERBONI - MILANO
pages 31 - 34
audio - complete
Inciso su CD (A Simple Lunch - 10asl/2014. Ensemble Sentieri selvaggi conducted by Carlo Boccadoro)

watcher
Quasi tutti i miei lavori da tempo trovano lo spunto elaborativo iniziale in un breve frammento di provenienza molto varia; Schumann, Ravel, melodie di corale, brevi incisi gregoriani si sono alternati a Duke Ellington o ai Procol Harum; piccoli elementi di DNA che andavano ad informare ogni aspetto del lavoro, dalla sostanza armonica alle proporzioni generali e all'alternanza delle sezioni; a volte traspare qualche suggestione derivante dall'immaginario musicale dello spunto di provenienza, mentre altrove - più spesso - il mio lavoro si è poi svolto in totale indipendenza ed autonomia espressiva.
Anche in quest'occasione mi sono mosso secondo tale abitudine consolidata; non dovrebbe essere difficile intuire quale sia lo spunto originario del mio lavoro, che lascio comunque affidato all'eventuale curiosità di chi ascolta (in un paio di circostanze dovrebbe risultare davvero evidente...) dal momento che il brano non si muove alludendo ai suoi ambiti stilistici ed espressivi.
Ciò che è più importante sottolineare è come Watcher prosegua sulla linea già avviata dai miei lavori recenti, prediligendo scelte dirette, per lo più improntate ad una grande esuberanza gestuale ed a contrasti particolarmente energici; tutto ciò è evidente in particolare nelle prime pagine, caratterizzate frequentemente da un luminoso assetto diatonico e dall'epilogo del percorso, proiettato sia verso ruvidi agglomerati omoritmici sia verso la sparizione di connotati armonici riconoscibili, a causa dell'instabilità e della frequente distorsione dei suoni.
Questo porta, mi auguro, ad una leggibilità abbastanza diretta del brano, unitamente - va detto - a difficoltà non piccole dal punto di vista esecutivo, rendendo quindi ovvia la mia grande riconoscenza nei confronti degli interpreti e del direttore, chiamati ad un compito decisamente arduo.

For some time new all my works take their starting point from a wide variety of sources: Schumann, Ravel, chorale melodies and snatches of Gregorian chant are alternated with Duke Ellington or Procol Harum, small scraps of DNA that will help to form the entire work, from their harmonic substance to their general proportions and alternation of sections; at times some hint transpires of the musical idea of the original source, while elsewhere, more often, my work is totally independent and autonomous in its expression.
Here too I continue with this consolidated habit; it shouldn't be hard to guess the original source of the work, which in any case I leave to the curiosity of whoever hears the piece (on a couple of occasions it ls really qulte clear...) since the piece is not influenced by its style or expressive atmosphere.
What is most important to stress is that Watcher continues along the line already taken in my recent works, favouring direct choices, for the most part characterized by great gestural exuberance and particularly energetic contrasts; all this is evident especially in the first pages, frequently taking on a luminous diatonic disposition, and in the epilogue of the work, projected both towards rough homorhythmic agglomerates and towards the disappearance of any recognisable harmonic connotations, due to the instability and the frequent distortion of the sounds.
This leads, I hope, to a fairly easy understanding of the piece, coupled, I should add, with a by no means small challenge to the performers, thus making it clear how much l esteem the musicians and the conductor who are called to take on this decidedly arduous task.






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